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HomepageCorso di mentalismo 2017/22

La donna che "sentiva" senza vedere

Partendo dall’idea di presentare effetti “al buio” che sfruttano la zona d’ombra offerta dal piano del tavolo, la quinta lezione approfondisce le potenzialità offerte al mentalista da tecniche che non si potrebbero usare in piena vista. Occupandoci di esperimenti che si possono presentare a occhi chiusi, la lezione è intitolata ai prodigi di una ragazza non vedente, Maria Theresia von Paradis.

Maria Theresia ha perso la vista da bambina ma, nonostante l’handicap, ha sviluppato doti straordinarie. È abilissima nell’arte del pizzo e del ricamo, suona il pianoforte e canta in modo sublime. Gioca normalmente a carte, dimostrando di possedere una sorta di sesto senso; la verità è che ha una grande memoria e una spiccata sensibilità tattile: molto prima della nascita del metodo Braille, sfrutta un mazzo le cui carte sono state punzonate con uno spillo. Nel 1777 vive a Vienna, ha diciotto anni e gode di una borsa di studio perpetua, concessa dall’Imperatrice. Incuriositi dai racconti sulle guarigioni miracolose di Mesmer, i genitori chiedono aiuto al medico tedesco: il magnetismo animale le restituirà la vista? Appurata l’origine psicosomatica della cecità, Mesmer inizia a “trattarla” con il fluido magnetico. Maria Theresia è scossa da forti tremori e sin dal secondo giorno riesce a seguire con lo sguardo una bacchetta mossa da destra a sinistra. La cura pare promettente e i genitori acconsentono al suo trasferimento presso gli appartamenti del medico, dove ella recupera gradualmente la vista: dapprima riesce a distinguere i diversi colori, poi a nominare gli oggetti che le vengono mostrati. All’inizio i genitori reagiscono con entusiasmo: il padre Joseph certifica per iscritto i miglioramenti della figlia. Con il tempo, però, si fa largo il sospetto dell’imbroglio: per avere conferma dei risultati i Von Paradis chiedono la consulenza del dottor Barth. Dopo una visita accurata, il verdetto dell’oculista è spietato: Mesmer è un impostore e Maria Theresia non ci vede; le cosiddette “dimostrazioni” sono solo delle messe in scena. Anticipando le classiche esibizioni di mentalismo di coppia, la ragazza indovinerebbe oggetti e colori essendosi accordata segretamente con il medico. Il giudizio senz’appello mette in allarme i genitori di Maria Theresia, che alla fine di aprile la sottraggono alle cure di Mesmer. Tornata a casa, la ragazza perde definitivamente la vista. Ma come andò davvero? Ancora oggi non lo sappiamo. L’ambiguità è il marchio di fabbrica del magnetismo animale: tutte le sue “dimostrazioni” sono velate dal sospetto che ci sia il trucco. In ogni epoca e latitudine.

Torino, 29 settembre 1840. I più grandi scienziati italiani sono radunati a congresso. Il dottor Bonacossa testimonia di aver assistito, tempo addietro, ai prodigi di una sonnambula magnetizzata da lui medesimo. Il dottor De Rolandis smentisce il collega: la donna aveva usato dei volgari trucchi per simulare doti soprannaturali; “scoperto l’inganno, fu catturata”. Quelli che ci hanno creduto sono “ciurmatori o zotici o creduli”. Come per la maggior parte delle sonnambule, anche il nome della chiaroveggente di Torino è andato perduto. Oggi, applaudendo Maria Theresia, rendiamo omaggio a centinaia di donne prodigio ingiustamente dimenticate - illusioniste o autentici fenomeni che fossero.

Il segreto di Dunninger

Clayton Rawson scriveva gialli: il suo detective più noto - The Great Merlini - faceva l’illusionista. Una sera lo scrittore si trovava al ristorante con Joseph Dunninger, quando il mentalista

prese il nostro mazzo ben mescolato e lo stese tra le mani dopo averlo portato sotto il tavolo. «Prendi una carta. Guardala senza riportarla sul tavolo, poi rimettila nel mazzo.» Quando ebbi eseguito quel che mi aveva chiesto, disse: «Ora prendi il mazzo e mescolalo, sempre tenendolo sotto il tavolo.» Lo feci. Egli riprese il mazzo e, sempre tenendolo sotto il tavolo, si concentrò e nominò la carta scelta.

Come aveva fatto? Rawson notò che

Joe non solo non spiega mai ai colleghi maghi come fa un gioco: non ammette neppure di aver usato l’uno o l’altro trucco. Qualche giorno dopo, quando rifeci l’effetto in tre modi diversi, si limitò a scuotere la testa: «Spiacente, ma non ho fatto così.» Non sono quindi in grado di dire quale trucco abbia utilizzato Joe per ottenere un miracolo del genere - senza dubbio usò la telepatia. Ma dal momento che mi ha detto di non aver usato uno dei miei trucchi, allora ho tutto il diritto di pubblicarli. Dico bene, Joe?

L’effetto di Dunninger “sotto il tavolo” entrò così nella leggenda. Rawson gli dedicò un articolo su The Phoenix #170 (1949) descrivendo tre metodi da lui concepiti e concludendo:

Se dopo questo, presenti gli effetti sotto il tavolo di Bob Hummer, hai materiale a sufficienza per un intero spettacolo.

Qualche mese più tardi, George Blake descrisse su The Phoenix #174 (1949) cinque ulteriori metodi, commentando:

Ci sono dunque molti modi per portare a termine questo effetto, e se nessuno dei metodi pubblicati corrisponde a quello usato da Dunninger, beh... ora ne ha ben nove tra cui scegliere!

Ossessionato dalla sfida creativa, nel maggio 1950 Blake invitò i lettori della sua rivista The Budget (maggio 1950) a elaborare ulteriori soluzioni: le idee furono pubblicate sulla rivista del giugno 1950.

Mesmer è curato da Mariano Tomatis, già autore di La magia della mente (2008), Te lo leggo nella mente (2013, prefazione di Max Maven) e L’arte di stupire (2014, prefazione di Derren Brown).

Insieme a Wu Ming ha curato il Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario, sperimentazione teatrale tra mentalismo e letteratura.

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Per contatti: mariano.tomatis@gmail.com

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