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HomepageCorso di mentalismo 2017/22

Il papa nero con il senso dell’umorismo

La decima lezione ha approfondito alcuni effetti di chiaroveggenza prendendo spunto da un affascinante personaggio della Torino magica: il pittore Lorenzo Alessandri. Un dettaglio tratto da una sua opera (la porta della “soffitta macabra”) ha ispirato un’esercitazione di gruppo, volta a indagare un effetto magico di Gustavo Rol, che conobbe Alessandri e finì sulla porta con il proprio nome.

Lorenzo Alessandri è stato uno dei protagonisti più schivi e affascinanti della Torino magica del Novecento; pittore surrealista in odore di satanismo, ha regolarmente alimentato le voci che lo descrivevano come pittore maledetto, senza mai negarsi un atteggiamento di sfacciata ironia. Nel 1944 aveva fondato un gruppo di artisti con sede in una vecchia soffitta in via Aurelio Saffi 15 bis: della “soffitta macabra” è sopravvissuta la porta d’ingresso, decorata con un autoritratto del pittore nei panni di un frate con un teschio al posto della testa e la barba di fuoco; intorno all’immagine sono ancora visibili – tra gli altri – il nome di Rol e quello dello scrittore Peter Kolosimo.

Porta della soffitta macabra di Lorenzo Alessandri. Nei tre dettagli si notano un cinque di fiori e i nomi di [Peter] Kolosimo e [Gustavo] Rol.

Il gruppo era interessato soprattutto ai temi del paranormale e dell’occulto, e ciò aveva guadagnato ad Alessandri la fama di “vescovo di Satana”; in realtà, molte delle azioni organizzate dai membri della “soffitta macabra” erano elaborati sberleffi, come il (finto) rapimento dell’esoterista Gian Luigi Marianini o il (vero) furto di un manichino dell’Accademia di Belle Arti, poi installato nella sede del gruppo e periodicamente omaggiato con un bacio rituale nelle parti intime. Come capita con molti artisti, valutare la credibilità dei suoi aneddoti era difficile. Uno dei più curiosi (e sacrileghi) riguardava un clochard torinese che Alessandri avrebbe conosciuto nei pressi della Mole Antonelliana; l’uomo si faceva chiamare “Papé Satàn”, diceva di essere un sacerdote spretato e – come tale – di poter consacrare i bicchieri di vino che il pittore gli offriva nei bar della zona. Quando chiedevano ad Alessandri dove avesse preso i paramenti sacri e i paraphernalia con cui si divertiva a farsi fotografare, egli rispondeva di averli ricevuti in dono da Papé Satàn. Il suo nome è ancora oggi legato alla corrente pittorica Surfanta che fondò nel 1964; aveva ricavato il termine dalle due parole “SURrealismo FANTAstico”. L’aura mistica evocata intorno alle sue attività gli procurò grande notorietà e contribuì ad aumentare le quotazioni delle sue opere, ma non mancò di ritorcersi contro di lui. L’11 marzo 1978 era stato ritrovato il cadavere di una ragazza di Giaveno, il paese dove il pittore si era trasferito da qualche anno; quando un giornale associò l’oscura fama di Alessandri all’omicidio, egli non mancò di sporgere querela – ma iniziò a essere molto più cauto nel giocare con l’occulto. Quando lo scrittore Danilo Arona provò a intervistarlo, chiedendogli che tipo di rapporto intrattenesse con il demonio, Lorenzo Alessandri ammise di non crederci ma di lasciarsi semplicemente ispirare dalla sua figura – proprio come un illusionista alla ricerca di stimoli creativi per il proprio spettacolo:

Il diavolo? Mi interessa come materiale pittorico, come del resto molte altre cose strane, i maghi, le streghe, i sogni, i fumetti...

L’esercitazione

Dal 12 al 19 maggio 2019 il Comune di Giaveno (TO) ha ospitato la mostra Il visionario Alessandri nei locali di quello che dal prossimo autunno diventerà l’omonimo museo. Tra i pezzi più notevoli della collezione esposta, donata al Comune dalla vedova Dina Foppa, c’è la porta della “soffitta macabra” torinese.

La porta presenta un’impressionante sovrapposizione di elementi simbolici, monogrammi, parole, numeri e loghi. Tra i numerosi messaggi cifrati c’è un misterioso 5♣. Poiché in un altro punto della porta compare il nome di Rol, c’è da chiedersi se esiste un collegamento tra i due elementi. Analizzando la carriera del sensitivo torinese, tale carta si presenta almeno in due occasioni. Il 29 gennaio 1970, durante una serie di esperimenti, Gustavo Rol materializza la parola “rosa” (scelta da uno dei presenti) su un 5♣ e regala la carta a Pietro Zeglio; durante un convegno, il parapsicologo fa girare la carta tra il pubblico, pregando

di non strisciare con la mano sopra lo scritto perché, da quanto ha affermato Rol, la grafite è spruzzata e si asporta facilmente. (1) 

L’uso della matita fa sospettare l’impiego di un’unghia scrivente. Non si capisce se la carta sia stata designata da Rol o scelta a caso: scrive Zeglio che

un 5♣ estratto da un’altra persona da un mazzo di carte, viene posto davanti a me col dorso in alto; un altro 5♣ viene cercato in un secondo mazzo e collocato, sempre col dorso in su, davanti a Rol. (2) 

Resta incomprensibile l’estrazione di due carte uguali, dal momento che l’effetto ne coinvolgerà solo una.

La dimostrazione continua con un altro effetto, così descritto da Giorgio Di Simone:

Carte testimoni due 5♣ estratti da due persone diverse da due mazzi diversi, uno a dorso rosso, l’altro a dorso azzurro. Due piatti. Mazzo azzurro posto sul tavolo (di spesso marmo) e coperto da un piatto: su questo viene posto il mazzo rosso coperto dal secondo piatto. Zeglio riferisce: «Il dottor Rol mette una mano sotto il tavolo … l’altra la posa sopra (piatto superiore) alla distanza di circa 20 centimetri (sottolinea Comin) e si concentra fortemente, con evidente tremolio delle mani». L’operazione dura una decina di secondi e a metà di essa tutti indistintamente sentono, come se il piatto si screpolasse, il netto rumore di una ceramica che appunto si screpola. Il 5♣ del mazzo azzurro era passato attraverso le altre carte, attraverso il piatto che lo copriva, ed era andato a collocarsi sopra il mazzo rosso. (3) 

L’effetto – una sorta di “carta ambiziosa” che sfrutta due mazzi – non mi avrebbe colpito se lo scorso 7 maggio 2019, in occasione della serata di studio del libro Stars of Magic al Circolo Amici della Magia, Piero Venesia non avesse proposto una routine chiamata “Leipzig’s Opener”: nella seconda parte dell’effetto, una carta sembra attraversare la mano del performer e cade sul palmo dello spettatore (4) ; se nel caso di Rol la carta sale, qui scende – ma in entrambi i casi l’effetto coinvolge la misteriosa penetrazione di un ostacolo (in ceramica nel primo caso, in carne e ossa nel secondo).

Essendo andata perduta la spiegazione dell’effetto presentato da Gustavo Rol, qual è il metodo più efficace e diretto per metterlo in scena? Lavorando sulle diverse opzioni potresti scoprire il motivo (ancora sconosciuto) per cui il sensitivo faceva estrarre due carte uguali da due mazzi, pur trasferendone solo una.

Il 22 febbraio 1984, invece, il sensitivo materializzò su un pezzo di carta il disegno di un 5♣. Non è rimasta memoria della routine che portò a quell’immagine, ma è curioso notare che – come sulla porta della “soffitta macabra” – i semi sono tutti rivolti nella stessa direzione (a differenza dei “normali” 5♣ che presentano tre semi in una direzione e due nell’altra). Al termine dell’effetto, Rol dedicò il pezzo di carta a Giovanna Demeglio, apponendo data e firma (5) .

A sinistra: il 5♣ dipinto da Alessandri. Al centro: il 5♣ disegnato da Rol. A destra: un 5♣ regolare; i due fiori in basso sono capovolti.


Note

1. “Riunioni 30a e 31a dell’A.I.S.M. dedicate ad una conferenza-dibattito sul dott. Rol di Torino”, Metapsichica, gennaio-giugno 1970

2. Ibidem.

3. Giorgio Di Simone, Oltre l’umano. Gustavo Adolfo Rol, Reverdito, Trento 1996, pp. 89-90.

4. Stars of Magic, N. 10, 1961, pp. 142-4.

5. L’immagine è disponibile in Paolo Colombo (ed.), Paranormal. Tony Oursler vs Gustavo Rol, Corraini, Mantova 2017, p. 159.

Mesmer è curato da Mariano Tomatis, già autore di La magia della mente (2008), Te lo leggo nella mente (2013, prefazione di Max Maven) e L’arte di stupire (2014, prefazione di Derren Brown).

Insieme a Wu Ming ha curato il Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario, sperimentazione teatrale tra mentalismo e letteratura.

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Per contatti: mariano.tomatis@gmail.com

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