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Robert-Houdin, simbolo oscuro dell'Occidente

23 Termidoro Anno 225, Dijon-Blois (367 km). Dal “Blog of Wonders” (11.8.2017)

Se un alieno scoprisse che viviamo nel "2017", si chiederebbe da dove abbiamo iniziato a contare. E forse darebbe ragione a Louis CK, secondo cui quel numero dimostra che i cristiani hanno vinto:

Gesù + 2017 anni, quattro mesi e tre giorni è quando la tua patente scade. Come può non essere una vittoria per i cristiani?

L’idea che la Storia si divida in due, "avanti" e "dopo" una persona, incuriosirebbe a ragione l’extraterrestre; studiare l’umanità a partire da Gesù rivelerebbe molti aspetti cruciali sulla nostra specie.

Gli illusionisti contano gli anni diversamente; la base di questa statua lo proclama senza mezzi termini:

Nella storia della prestidigitazione c’è un "avanti" e un "dopo" Robert-Houdin.

Ho scattato questa foto a Blois, la Betlemme dell’illusionismo, la cittadina che ha dato i natali a Jean Eugène Robert-Houdin (1805-1871). La statua accoglie i turisti davanti alla Maison de la Magie, il più importante museo francese sulla prestigiazione.

Statua di Robert-Houdin davanti all’omonima Maison de la Magie, Blois (Francia).

Il pian terreno dell’edificio che lo ospita offre numerose esperienze interattive, tra illusioni ottiche, specchi deformanti e prove di abilità: il modello cui si ispira è il cabinet delle meraviglie che Étienne-Gaspard Robertson aveva aperto a Parigi nel 1800. Un secondo piano, progettato da Gérard Majax, ospita l’Allucinoscopio: un percorso di grande effetto che, attraverso un originale gioco di specchi, dà l’impressione di attraversare (in volo?) il Paese delle Meraviglie. L’ultimo piano, interamente dedicato a Robert-Houdin, presenta numerosi oggetti appartenuti al "mago dei maghi". Per i mentalisti, l’exhibit più interessante è il set che usava per presentare il numero della "seconda vista":

Set della "seconda vista" presso Maison de la Magie "Robert-Houdin", Blois (Francia).

Non manca nulla: c’è lo sgabello su cui sedeva il figlio, la benda bianca che copriva gli occhi del ragazzo e la campanella suonata per chiedergli che cosa "vedesse".

Nonostante fosse bendato, il figlio era in grado di descrivere gli oggetti che il padre prendeva dal pubblico, dimostrando di possedere misteriose doti di chiaroveggenza.

L’uomo che manipolava il tempo

Nel gennaio 2016 avevo raccontato su Doppiozero questo aneddoto su Robert-Houdin:

Dopo una lunga carriera da orologiaio, seguita da una stagione di enormi successi a Parigi come illusionista, nel 1867 il mago si ritirò presso un’ampia tenuta a Saint-Gervais. Qui allestì in casa una serie di sofisticati meccanismi, il più interessante dei quali coinvolgeva la dimensione del tempo. Tutti gli orologi dell’abitazione, compresi quelli sulle due facciate che indicavano l’ora all’intero villaggio, erano collegati a un meccanismo centrale ospitato nello studio di Robert-Houdin. Oltre a garantire la sincronia tra tutti i quadranti, il collegamento consentiva al padrone di casa di rallentare o accelerare la velocità delle lancette – e con essa la durata di un minuto, che il mago poteva dilatare o contrarre a piacimento: che si trattasse di allungare un’ora d’amore o accorciare l’incontro con un ospite sgradito, nell’ultima stagione della sua vita il mago dispose di uno strumento di manipolazione del tempo la cui efficacia trascendeva l’illusione teatrale [...]

Nel museo di Blois è esposto questo quadro a olio che richiama esplicitamente la vicenda:

Maison de la Magie "Robert-Houdin", Blois (Francia).

Invece di far ritrarre l’orologio sul campanile, l’illusionista aveva praticato un foro, installandone uno autentico. Se fosse vissuto un secolo prima, Renè Magritte avrebbe potuto scrivere "Ceci n’est pas un village" ("Questo non è un villaggio") ma non "Ceci n’est pas une horloge" ("Questo non è un orologio") - perché quello è a tutti gli effetti un orologio!

Robert-Houdin al centro della Storia

Ma cosa dedurrebbe del mondo il nostro alieno, considerando che Robert-Houdin è ritenuto la pietra angolare dell’arte magica? Commentando l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo avevo ricordato il ruolo giocato dal mago nella repressione delle rivolte nelle colonie francesi, quando gli algerini che lottavano per l’indipendenza furono torturati e umiliati attraverso una serie di spettacoli di illusionismo. Scrivevo in quella sede:

La storia della spedizione magica di Robert-Houdin è da sempre raccontata dal punto di vista dei colonizzatori: versione ante litteram della tecnica militare shock and awe, l’impresa esalta l’uso della scienza illuministica contro l’oscurantismo della religione e il trionfo della cultura occidentale sui selvaggi nativi nordafricani. I libri sulla storia della magia sono concordi nel ritrarre il padre dell’illusionismo moderno come l’eroe grazie alla cui arte “si evitò la guerra”. In realtà i suoi trucchi ostacolarono una sacrosanta impresa di liberazione – che si concluderà solo un secolo più tardi, il 5 luglio 1962.

Oggi Emmanuel Macron, Matteo Salvini e gli altri promotori dei respingimenti di profughi e migranti sarebbero fieri di Robert-Houdin; anticipando di oltre un secolo gli antifurti, il mago aveva fatto realizzare per la sua casa di Saint Gervais un sofisticato sistema di sorveglianza: mendicanti e vagabondi dovevano tenersi lontani dalla sua abitazione, o una serie di campanelle - controllate da un circuito elettrico e azionate in automatico - ne avrebbero immediatamente segnalato la presenza al ricco proprietario. Insieme ad altre simili diavolerie, il sistema è descritto in un vero e proprio trattato di domotica firmato dall’illusionista di Blois: (1) 

Jean-Eugène Robert-Houdin, Le Prieuré : organisations mystérieuses pour le confort et l’agrément d’une demeure, Michel Lévy frères, Paris 1867.

Sfogliandone le pagine, anche i sostenitori del liberismo più sfrenato avrebbero motivi per applaudirlo; l’intero Occidente si ispira oggi al modo in cui Robert-Houdin trattava la sua forza lavoro - per prima Amazon e i chip con cui monitora le attività di ogni dipendente. A proposito di uno dei suoi sottoposti, il mago scriveva:

[Ho] un modo molto semplice per costringerlo [...] ad alzarsi appena si sveglia. Ecco come faccio. [La mattina] la sveglia ha un suono assordante, in modo che anche la persona più resistente sia costretta a destarsi; il suono non si placa finché egli non gira una chiavetta sul lato opposto della stanza. Quel povero giardiniere... io lo tormento usando l’elettricità. Pensate che nella mia serra la temperatura non può salire più di dieci gradi o abbassarsi sotto i tre gradi senza che io ne sia immediatamente avvertito. Il giorno dopo gli dico: «Jean, hai scaldato troppo ieri sera; così mi brucerai i gerani.» Oppure «Jean, bada a non congelarmi le arance; il termometro stanotte è sceso tre gradi sotto zero!» Jean si gratta l’orecchio senza rispondere; ma sono certo che mi guarda come se fossi uno stregone. Ho un identico rivelatore termoelettrico nella legnaia, che mi avverte del minimo inizio di incendio. (2) 

L’ultima frase gli conquisterebbe il sostegno degli inglesi benestanti, particolarmente attenti a dotarsi di sofisticati sistemi antincendio e assicurarsi che a bruciare siano i palazzi dei poveri - come la Grenfell Tower di Londra. Cosa accadde, in fondo, lo scorso 16 giugno 2017 durante il rogo in cui morirono oltre 80 persone? A favorire la catastrofe fu il rivestimento - economico e altamente infiammabile - con cui era stata ricoperto l’orrendo palazzaccio; una decorazione decisa per migliorarne l’aspetto esteriore agli occhi dei lussuosi quartieri limitrofi - Ladbroke, Avondale, e l’intera zona di West London.

Robert-Houdin e il corno dell’abbondanza.

Collocato al centro della storia della magia, Robert-Houdin è la prova che il Capitalismo ha vinto.


Note

1. Jean-Eugène Robert-Houdin, Le Prieuré : organisations mystérieuses pour le confort et l’agrément d’une demeure, Michel Lévy frères, Parigi 1867.

2. Robert-Houdin 1867, pp. 28-9.


Blois, 11 agosto 2017.

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Mesmer è curato da Mariano Tomatis, già autore di La magia della mente (2008), Te lo leggo nella mente (2013, prefazione di Max Maven) e L’arte di stupire (2014, prefazione di Derren Brown).

Insieme a Wu Ming ha curato il Laboratorio di Magnetismo Rivoluzionario, sperimentazione teatrale tra mentalismo e letteratura.

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Per contatti: mariano.tomatis@gmail.com

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